È ORA DI PUNTARE RIFLETTORI SULL’INSUFFICIENZA CARDIACA
Nonostante i progressi significativi nel trattamento e nella prevenzione dell’insufficienza cardiaca (IC), la morbidità e la mortalità rimangono alte.1
Ogni paziente con insufficienza cardiaca rimane a rischio, a prescindere dai sintomi.
9 pazienti su 10
Anche con l’attuale standard di cura per l’insufficienza cardiaca, la maggioranza, ovvero 9 pazienti su 10, rimane sintomatica ed è ancora a rischio di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca e morte cardiovascolare2*
I pazienti affetti da insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta, compresi quelli che possono apparire stabili, hanno un rischio di ospedalizzazione e perfino di morte inaccettabilmente alto3
Morte CV o ospedalizzazione
in base alla classe NYHA II per un periodo di 4 anni
Dati dello studio CHARM, (2003)
Circa 5 pazienti su 10
moriranno entro 5 anni dalla diagnosi4
Di fatto l’IC è la causa principale di ospedalizzazione nei pazienti sopra i 65 anni.5
Riferimenti
1. Savarese G and Lund LH. Global public health burden of heart failure. Cardiac Failure Review. 2017;3(1):7-11 2. Khariton Y, Nassif ME, Thomas L, et al. Health Status Disparities by Sex, Race/Ethnicity, and Socioeconomic Status in Outpatients With Heart Failure. JACC Heart Fail. 2018;6(6):465-473. 3. Ahmed A, Aronow WS, Fleg JL Higher New York Heart Association classes and increased mortality and hospitalization in patients with heart failure and preserved left ventricular function. Am Heart J. 2006;151(2):444-450. 4. Mozaffarian D, Benjamin EJ, Go AS, et al. Heart disease and stroke statistics--2015 update: a report from the American Heart Association. Circulation 2015;131(4):e29-e322. 5. Cowie M, et al. Improving care for patients with acute Heart Failure: before, during and after hospitalization. ESC Heart Failure. 2014;1(2):110-45